QUANTO GUADAGNIAMO?2018-09-12T12:42:11+02:00

QUANTO GUADAGNIAMO?

Difficile abbeverarsi alla ‘fonte’ dei redditi

Una possibile fonte di dati sui ‘redditi’ a livello comunale è il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF–Dipartimento delle Finanze). Annualmente vengono pubblicate le Statistiche sulle dichiarazioni fiscali. Per ogni Comune sono disponibili i redditi e le principali variabili Irpef (persone fisiche totali). Si tratta di una fonte di informazioni molto complessa, perché complesse sono le norme tributarie. Come ricorda il Ministero nelle note metodologiche: “Una corretta interpretazione dei dati richiede particolari attenzioni anche nel caso in cui nell’ambito di una specifica imposta (es. IRPEF), di una specifica tipologia di dichiaranti (es. persone fisiche) e di una medesima tipologia fiscale di contribuenti (es. imprenditori) vogliono essere effettuati confronti tra diversi anni. In questo caso sarà opportuno tenere conto dell’evoluzione della normativa fiscale. In proposito il Dipartimento, nel documento ‘Analisi dei dati’, per i fenomeni di maggior rilievo, fornisce i raffronti utilizzando le informazioni statistiche opportunamente omogeneizzate.”.

Tabella di Sintesi 1: Redditi e principali variabili IRPEF – Comune di Torino

Frequenza Ammontare (milioni)
Anno 2014 2013 2012 Var % 2014/12 2014 2013 2012 Var % 2014/12
Reddito da fabbricati 304.458 132.411 74.018 311,3 612,3 479,9 419,9 45,8%
Reddito da lavoro dipendente 311.877 311.170 316.684 -1,5% 7.267,7 7.273,3 7.282,7 -0,2%
Reddito da pensione 242.956 245.736 249.433 -2,6% 4.829,4 4.747,0 4.690,7 3,0%
Altro 74.527 76.488 78.454 -5,0% 1.827,1 1.821,4 1.864,5 -2,0%
Reddito imponibile 610.974 617.040 625.237 -2,3% 14.209,0 14.167,1 14.147,0 0,4%
Imposta netta 505.829 512.985 519.175 -2,6% 3.080,8 3.072,8 3.072,3 0,3%
Reddito imponibile addizionale 492.327 499.705 505.666 -2,6% 13.549,7 13.535,1 13.521,3 0,2%
Addizionale regionale dovuta 492.210 499.534 505.474 -2,6% 259,1 229,5 221,5 17,0%
Addizionale comunale dovuta 420.679 426.521 433.679 -3,0% 103,1 102,8 102,4 0,7%

Fonte: MEF–Dipartimento delle Finanze. Open data

Diminuiscono i contribuenti, ma il reddito resta immutato

Con le cautele del caso, si osserva una riduzione del numero di contribuenti (con l’eccezione dei redditi da fabbricato). L’effetto è dovuto in parte alle dinamiche demografiche ma anche all’andamento congiunturale dell’economia. Il numero di dichiarazioni da reddito dipendente si è ridotto (dall’indagine Istat sulle forze lavoro il numero di dipendenti medio in provincia di Torino non è cambiato dal 2012) mentre l’ammontare complessivo del reddito è rimasto quasi immutato: il valore medio pro-capite è quindi aumentato, ma solo in termini nominali (cioè come l’inflazione che è stata pari a circa l’1.3%).
Per i redditi da pensione è andata un po’ meglio: gli importi medi sono aumentati un po’ più dell’inflazione.
Nel complesso il reddito imponibile è rimasto invariato, così come l’imposta netta, ma il numero di contribuenti è diminuito (-1.2%. In questo caso l’imposta netta pro-capite, o media, è aumentata del 1.2%, come l’inflazione). Da questi dati verrebbe da concludere che i torinesi sono di meno, ma guadagnano di più (almeno sotto il profilo statistico), affermazione che invitiamo a prendere con moltissimo grano salis. Tra l’altro giova sempre tenere a mente la storiella dell’uomo con la testa nel congelatore e i piedi sulla brace che, colto da un impeto irrefrenabile di positive thinking, osserva con malcelato orgoglio che la temperatura media del suo corpo è perfetta e vivibilissima.

Constatiamo invece che sono aumentati gli importi delle addizionali regionali (di molto) e comunali, con incrementi molto superiori all’indice dei prezzi. L’aumento dipende da molti fattori e deve essere inquadrato nei rapporti con lo Stato centrale e la fiscalità generale.

Riferimenti:

http://www.finanze.gov.it/opencms/it/statistiche-fiscali/index.html

http://www1.finanze.gov.it/finanze2/analisi_stat/index.php?tree=2014

http://www1.finanze.gov.it/finanze2/analisi_stat/index.php?tree=2015

http://www1.finanze.gov.it/finanze2/analisi_stat/v_4_0_0/contenuti/nota_metodologica_2013.pdf?d=

http://www1.finanze.gov.it/finanze2/analisi_stat/v_4_0_0/contenuti/analisi_dati_2013_irpef.pdf?d=


Sperequazione, questa conosciuta

Il dipartimento fornisce anche una sintetica immagine per classi di Reddito complessivo.

Tabella di sintesi 2: Redditi e principali variabili IRPEF – Comune di Torino – 2013

Classi di reddito complessivo Frequenza % Ammontare (milioni) %
da 0 a 10000 euro 155754 25% 758.3 5%
da 10000 a 15000 euro 79283 13%        992.8 7%
da 15000 a 26000 euro 204488 33%      4,137.1 28%
da 26000 a 55000 euro 143218 23%      4,982.0 34%
da 55000 a 75000 euro 17246 3%      1,100.0 7%
da 75000 a 120000 euro 13688 2%      1,258.6 9%
oltre 120000 euro 6961 1%      1,559.3 11%
Totale 620638 100%    14,788.1 100%

Nota: sono esclusi i redditi negativi
Fonte: MEF–Dipartimento delle Finanze. Open data

Si osserva comunque che il primo 25% dei contribuenti (quelli con dichiarazioni più basse) dichiara il 5% del reddito complessivo, mentre l’1% più ricco dichiara oltre il 10% del totale.
Inoltre, in buona sostanza, la classe che cresce di più e l’unica a cresce nei valori medi è quella superiore, oltre i 120.000 euro (+4,4% il numero di contribuenti, +6,7% l’ammontare complessivo, +2,3% il valore medio). 

I dati riportati in tabella non sono una rappresentazione precisa né della disuguaglianza dei redditi e tanto meno di quella dei patrimoni e neppure della loro evoluzione, ma l’argomento della disuguaglianza nella distribuzione (e redistribuzione) delle risorse e dei suoi possibili effetti economici complessivi (e anche sociali e morali) è molto dibattuto.

Limitandoci ai saggi più noti su questo tema, citiamo:
Piketty, T. Il capitale nel XXI secolo, 2014, Bompiani.

Deaton, A. La grande fuga, salute, ricchezza e origini della disuguaglianza, 2015, Il Mulino

(Tornando all’1% più ricco, il dato corretto della disuguaglianza dei redditi, correttamente definiti, per l’Italia, nel 2009, è 9.4%. Il centile superiore, in altre parole l’1% più ricco, incassa il 9.4% del reddito nazionale, un valore molto simile a quello di Francia o Spagna, ma molto più basso dei paesi anglosassoni, e comunque in costante crecita dagli anni ’70-’80. Cfr. Piketty, op.cit. cap.9, grafico 9.4,

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