LA CITTÀ DEI CITTADINI
Torino ‘top-down’ o Torino ‘bottom-up’?
Il fondatore della Semantica Generale Alfred Korzybski amava ripetere che ‘la mappa non è il territorio‘, nel senso che ogni mappa rispecchia la visione che qualcuno ha di quel territorio dal suo personalissimo punto di vista. È noto che persino lo stesso tratto di mare appare parecchio diverso se riprodotto nelle carte nautiche dell’Ammiragliato Britannico piuttosto che in quelle della Marina Italiana.
Nel caso di una città importante come Torino, di solito le mappe sono confezionate in modalità top-down, intendendo con ciò che la loro elaborazione è affidata a degli esperti, siano essi redattori delle guide turistiche Lonely Planet, ingegneri dell’Istituto Geografico Militare o funzionari dell’azienda di trasporto pubblico. In quanto opera di esperti, queste mappe sono magari bellissime, sofisticatissime e utilissime, ma pur sempre frutto di una visione dall’esterno.
Per uscire da questa condizione di relativa ‘estraneità’, abbiamo accolto la proposta degli architetti Rita Cararo e Anna Henry, le quali si occupano di accompagnare i percorsi di progettazione partecipata e hanno realizzato delle originali mappe di comunità. Si tratta di carte topografiche costruite in modalità bottom-up, a partire da approfondite interviste agli abitanti dei quartieri considerati. Ne deriva una descrizione del territorio molto diversa dal solito, in vivo, capace di cogliere aspetti altrimenti inattingibili e di descrivere non solo lo stato attuale delle cose, ma anche quello potenziale, futuribile. Crediamo che una rappresentazione siffatta di tutti i quartieri di Torino possa tornare utilissima a chiunque voglia comprendere a fondo le dinamiche dello sviluppo urbano, concentrandosi non solo su ciò che già c’è e si vede, ma anche e soprattutto su ciò che ‘bolle in pentola’.